Ear Candy: che cosa rende un suono eccezionale? E perché è così importante per un emittente radiofonica?

Frank Foti, fondatore di Omnia, ci guiderà in una serie di appuntamenti su tutto ciò che avresti sempre voluto sapere sull’audio processing radiofonico, dagli inizi della radiofonia fino ad oggi. In questo articolo leggeremo le opinioni di Frank sul suono, e perché è importante più di ogni altra cosa quando bisogna attrarre e fidelizzare gli ascoltatori… anche a lungo termine.

Il manuale di ingegneria NAB descrive l’audio processing radiofonico così:

L’audio processing radiofonico è sia una disciplina ingegneristica che artistica. L’obiettivo ingegneristico è quello di fare un uso più efficiente del rapporto segnale-rumore e della larghezza di banda audio disponibile, evitando la sua sovramodulazione. L’obiettivo artistico è stabilito dalla direzione della stazione radiofonica utilizzando l’audio processing: si potrebbe evitare di modificare in modo invasivo il suono originale del programma oppure si potrebbe creare una firma sonora distinta per la trasmissione cambiando radicalmente il suono originale. La maggior parte delle emittenti operano una via di mezzo tra questi due estremi.

A condizione che il segnale trasmesso soddisfi i requisiti normativi per il controllo della modulazione e la larghezza di banda RF, non esiste un modo giusto o sbagliato per elaborare l’audio. Come la maggior parte delle aree che richiedono un giudizio soggettivo e artistico, il modo migliore per elaborare un suono è altamente controverso e potrebbe provocare discussioni discordanti tra i suoi operatori. In definitiva, il successo dell’audio processing di una trasmissione radiofonica deve essere giudicata in base ai risultati ottenuti: se la radio ottiene il pubblico desiderato, il processo impiegato deve essere considerato soddisfacente, indipendentemente dalle opinioni di audiofili, puristi o altri che considerano l’elaborazione del suono un male non necessario.

Un segno della professionalità di un ingegnere radiotelevisivo è la padronanza delle tecniche di processing audio. Il tecnico astuto conosce svariati trucchi per raggiungere gli obiettivi richiesti dal management della emittente, che sia il massimo rispetto dell’originale o la forte elaborazione e compressione del segnale.

Ci sono molte scuole di pensiero su come raggiungere il risultato finale. Questo argomento è stato, e probabilmente sarà, discusso fino alla nausea! Detto questo, ci sono davvero molti aspetti da considerare su ciò che serve per creare un suono eccellente e perché questo sia importante.

Prima di prendere in considerazione il suono, la prova o l’installazione di un nuovo processore, in prima istanza bisogna porsi questa domanda: qual è l’obiettivo desiderato rispetto a ciò che viene trasmesso? Successivamente è altrettanto importante sapere chi deciderà quale direzione prendere per processare il segnale? Se la risposta è “un comitato” di persone, fermati subito, poiché per esperienza raramente in questo modo si riesce a produrre un risultato positivo o un consenso all’interno del gruppo. È meglio che sia una sola persona a prendere le decisioni. Per coloro che hanno una lunga esperienza, potrebbe essere il direttore dei programmi, il direttore della stazione e, a volte, la decisione potrebbe spettare a un direttore tecnico. Sapere che c’è una persona di riferimento a livello artistico ci si garantisce un percorso decisionale più fluido e un risultato finale più veloce.

Lo stato tecnico della struttura gioca un ruolo molto critico in tutto questo. Oltre alla buona pratica ingegneristica, è fondamentale che ogni aspetto, dal microfono da studio all’antenna, funzioni perfettamente. Anche le strutture che sono al 100% digitali devono essere stabili ed è fondamentale che non ci siano talloni di Achille all’interno dell’infrastruttura. Ad esempio: i convertitori di frequenza di campionamento sono noti per generare effetti indesiderati nella trasmissione generando overshoot. Allo stesso modo, il contenuto di un formato audio codificato può degradare le prestazioni sonore una volta elaborato per la messa in onda.

Inoltre le strutture possono essere un mix di analogico e digitale e possono porre alcune sfide, come il numero di conversioni analogico-digitale e digitale-analogico che avvengono. Inoltre, l’uso di prodotti che impiegano convertitori di qualità inferiore ridurrà certamente le prestazioni sonore generali.

L’elenco di elementi e variabili da considerare all’interno dell’impianto di trasmissione è un altro punto degno di discussione. Pertanto, è fondamentale che l’emittente abbia personale capace di distinguere la differenza tra le varie apparecchiature e garantire che la struttura funzioni in modo ottimale.

Per ottenere un suono eccezionale, come menzionato prima, si deve iniziare con un buon piano di azione e una buona struttura. Quindi, sono richiesti gli strumenti migliori arrivare al risultato finale desiderato. Lo strumento chiave fondamentale è il processore audio, o il sistema stesso. Allo stesso modo, è vitale al 100% avere qualcuno che comprenda pienamente gli obiettivi, così come possedere la conoscenza e la capacità di adeguare e modificare il processamento del segnale. Ciò è valido soprattutto durante il test o l’installazione di un nuova macchina. Se ci sono dubbi su come ottenere una determinata firma o funzione operativa e la risposta continua a non soddisfare le persone coinvolte, è meglio contattare il produttore per ricevere assistenza.

Fino a questo punto, il discorso può apparire semplicistiche – e per lo più lo è. Ma sarete sorpresi di quante volte l’ovvio venga in un modo o nell’altro trascurato, e ne derivino “problemi”.

Per quanto riguarda il processing stesso, il pendolo oscilla nel decidere tra un suono “schiacciato”, “pulito” o in qualche modo avere il giusto compromesso! Creare una sonorità “schiacciata” è abbastanza semplice. Come il mio amico, guru radiofonico, Steve “Studs” Kingston direbbe: “Dacci dentro, amico!” Fondamentalmente, è questo: dinamiche impastate e sezioni in clip fino a far sanguinare le orecchie! Personalmente, non lo classificherei come un suono eccezionale, ma se questo è l’obiettivo desiderato, allora chi sono io per negarlo?

Per coloro che desiderano quello che io reputo “qualità competitiva”, cioè che possiede sia chiarezza (qualità) che competitività (loudness), esistono gli strumenti per ottenere questo risultato. Noi ed i nostri sviluppatori, abbiamo investito una notevole quantità di tempo in algoritmi di processing che producono alti livelli di pulizia sonora e restituiscono un loudness potente.

Tutto questo viene realizzato mediante metodi innovativi applicati alle sezioni di processing dinamico (compressori e limiter) e al limiter di picco critico assoluto (clipper). Abbiamo sviluppato metodi per eliminare fastidiosi effetti sonori che affaticano l’ascolto e che sono tipici dei nostri competitors o dei processori basati su vecchi sistemi di elaborazione.

Abbiamo verificato che attraverso l’applicazione di questi nuovi metodi di processing, le emittenti riescono ad avere ascolti maggiori in termini generali e un maggiore “time spend listening” da parte dell’ascoltatore, in quanto resta più tempo in ascolto proprio perché il suo apparato uditivo non subisce l’affaticamento. Questa è la chiave per creare un ottimo suono e perché è così importante.

Ci sono vari modi per creare un preset sonoro. Personalmente, ho sempre preferito il profilo “dynamically loud”, che crea l’illusione di essere percettibilmente più forte mantenendo un’ottima dinamica. Trentacinque anni fa (1983), quando realizzammo il suono per la famosa Z-100 (WHTZ-FM) di New York (nella foto con me il Direttore Scott Shannon ai tempi di Z-100), ci trovavamo in un vorticoso testa a testa nella guerra del volume con WPLJ. Dal punto di vista elettrico, WPLJ aveva probabilmente un volume di uscita più forte, ma le trasmissioni di Z-100 venivano comunque percepite dall’ascoltatore con un volume più alto grazie al processing sonoro e al modo in cui era impiegato. Grazie a questo l’audio manteneva una discreta dinamica e l’orecchio di chi ascoltava era in grado di percepirne il “respiro”. La percezione risultava quindi “più forte” rispetto al segnale del concorrente, che era in realtà di volume più alto e compresso e chi ascoltava non aveva la possibilità di sentirne il “respiro”.

Per spiegare questo fenomeno con una similitudine si potrebbe prendere ad esempio la sensazione che si ha quando si infila un dito sotto l’acqua calda. Se si colpisce il flusso di acqua molto calda con il dito e poi lo si retrae, ad ogni tentativo successivo i nervi restituiranno sempre la sensazione del calore dell’acqua. Ma se si mette il ​​dito sotto il flusso d’acqua e lo si lascia per un po’ di tempo, la sensazione di caldo andrà a scemare man mano che i nervi si adegueranno alla temperatura, fino a desensibilizzarsi. Lo stesso succede con le orecchie: l’audio troppo “denso” desensibilizza i nervi nel condotto uditivo e nel giro di poco si perde la sensazione di alto volume, anche se il segnale è obiettivamente forte in base al livello RMS. Questo causa stanchezza nell’ascoltatore.

Oggi, con l’audio processing siamo in grado di ottenere un forte impatto sonoro, mantenendo al tempo stesso alti livelli di pulizia, qualità e musicalità. Ad esempio, WCRB-FM a Boston è una delle più famose stazioni radio di musica classica degli USA. Per il loro format, i dati di ascolto sono molto alti, e il suono che è stato creato per loro gli consente di essere competitivi con tutte le altre emittenti nel panorama radiofonico locale, anche con stazioni radiofoniche che trasmettono musica contemporanea. Tutto ciò viene realizzato utilizzando i metodi di elaborazione descritti in precedenza. WCRB-FM è un ottimo esempio di come sia possibile ascoltare la radio per lunghi periodi di tempo nonostante la firma sonora abbia un impatto veramente loud (restando però allo stesso tempo cristallina), e che questo valga anche per la musica classica. È un po’ come se i Boston Pops (Orschestra di muscia classica ndr.) affrontassero THE WHO!